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Arte urbana e tecnologie: la street art si trasforma in animazione digitale



Qual è l'ultimo museo che avete visitato Milano?
Se cercate qualcosa di alternativo e all'aperto, il MAUA, il Museo di Arte Urbana Aumentata è quello che fa per voi!
Qui, smartphone alla mano, murales, stencil, poster e collage si trasformano grazie ad animazioni digitali in opere in 3D.

Per inseguire l'avventura, ovvero visitare MAUA:
  •  scarica l'app Bepart;
  • controlla la mappa del museo, disponibile anche sul sito streetartfactory.eu e in formato cartaeco presso Base Milano e gli Infopoint della città;
  • seleziona le opere di tuo interesse per costruire il tuo tour;
  • segui la mappa per trovare l'opera,
  • inquadrala e seguila in un'altra dimensione!
  • Volendo puoi condividere l'esperienza sui social e usare gli hashtag: #maua, #museoarteurbanaaumentata e #realtaaumentata



MAUA nasce anche come esperimento di curatela diffusa: le opere sono state infatti selezionate dagli stessi abitanti dei quartieri che le ospitano. 
Diversi incontri e discussioni sul significato e il loro valore per le strade della città percepito dai cittadini hanno portato alla selezione delle opere "museali". Successivamente queste sono state trasformate da animation designer.



I quartieri di periferia Giambellino-Lorenteggio, Adriano-Padova-Rizzoli, Corvetto-Chiaravalle-Porto di Mare, Niguarda-Bovisa e QT8-Gallaratese ospitano per il momento oltre 200 opere di streetart.
Il progetto "Milano Città Aumentata" è stato selezionato tra i vincitori  del "Bando alle Periferie" promosso  dal Comune di Miano per valorizzare questi quartieri della città. Il Museo nasce da una rete che coinvolge Bepart e altre sei realtà territoriali: BASE Milano, Avanzi – Sostenibilità per Azioni, Terre di Mezzo, scuola CFP Bauer, PUSH. e la Fondazione Arrigo e Pia Pini.
 
Cosa ne pensano le sm-Art People?
È un progetto che ci piace perchè coinvolge le persone e le spinge a pensare al proprio quartiere come un spazio da visitare, da rendere interessante e curioso.
Non solo, l'arte e le città sono anche un luogo di denuncia, di coinvolgimento sociale per il miglioramento della collettività. Che questo possa avvenire in un contesto chiamato "museo" ci fa sperare nel coinvolgimento culturale delle comunità urbane.
Allora buon lavoro al Maua e ci vediamo, smartphone in mano e mente aperta, ad osservare e ripensare ai racconti sui muri delle nostre città!

 Photo: corriere.it

Giovedì Grasso: benvenuto Carnevale!



Con il giovedì grasso si entra nel cuore del Carnevale, un antichissimo rito che trae origina dalla feste pagane chiamate Saturnalia. 

In questo periodo, gli uomini potevano liberarsi di tutte le proprie inibizioni e godere dei piaceri della vita negli ultimi giorni prima della Quaresima, i 40 giorni che precedono la Pasqua.
Il giovedì grasso ed il successivo martedì grasso sono dunque l'apice di questi festeggiamenti e il nome grasso deriva dalla consuetudine di mangiare tanto in queste giornate. La tradizione ci regala numerosi aneddoti che riguardano queste particolari giornate. 
Noi ve ne raccontiamo due simboliche: i festeggiamenti in Piazza San Marco a Venezia e alcune curiosità gastronomiche.  
G.Bella Giovedì Grasso in Piazzetta


Giovedì Grasso a VeneziaVenezia è famosa in tutto il mondo per il Carnevale e nei secoli  in queste giornate è sempre stata luogo di eventi celebrativi che richiamavano l'attenzione di molti visitatori. Il giovedì grasso si celebrava una vittoria politica sul patriarca Ulrico di Aquileia avvenuta nel 1162. 
Tradizione voleva che in questa giornata i macellai e i fabbri tagliavano la testa ai tori per simboleggiare la possibilità di eliminare ogni ostacolo. Nel tempo la festa è divenuta più folkloristica e colorata con giochi ed imprese, come quella nota del "Volo del Turco" o "Volo dell'Angelo" dal campanile della piazza. Tra i riti più attesi vi erano anche quello della macchina lignea in Piazzetta San Marco, dalla quale partivano fuochi d'artificio e le cosiddette "forze d'Ercole" le strabilianti piramidi umane degli artisti funamboli.

L'evento era talmente noto che diversi pittori lo hanno ritratto, descrivendo nei dettagli ciò che accadeva. 
F.Guardi- Carnevale in Piazza S.Marco
Tradizioni Culinarie
Al giovedì grasso è legata la tradizione delle abbuffate di cibo. In diverse regioni d'Italia infatti queste giornate hanno dei chiari riferimenti al cibo. Il nome più famoso è il berlingaccio, termine toscano che deriva dal tedesco bretling e significa "abbuffarsi con piacere". Non a caso il dolce di carnevale per eccellenza è il berlingozzo.
In Sardegna invece cambia il nome del Martedì Grasso, chiamato Martisero o Mamoiada.
Elemento comune di tutti i cibi carnevaleschi è il grasso: dalle chiacchiere, alle castagnole, fino al sanguinaccio, avremo modo di fare scorta di grassi prima della Quaresima!

Buon Carnevale  e ricordate che... ogni scherzo vale purché sappia di sale!

I giorni della merla: tradizione popolare nel gelo dell'inverno




I Giorni della Merla, secondo la tradizione, ricorrono il 29-30-31 gennaio (oppure gli ultimi due giorni di gennaio e il 1° di febbraio) e rappresenterebbero i giorni più freddi dell'anno. 





Origine del nome
L'origine di questo nome affonda le proprie radici nella tradizione contadina, che è solita interpretare in maniera popolare e seguendo antiche leggende il tempo e il passaggio delle stagioni.
Vi proponiamo le storie più famose che spiegano la scelta di identificare questo breve periodo come "I Giorni della Merla" invitandovi a condividere ulteriori leggende tipiche dei vostri territori.
L'Italia infatti è costellata da innumerevoli tradizioni e racconti che di regione in regione mutano nell'esposizione ma non nel senso generale.
Vediamo dunque quali sono le storie più conosciute che danno un sapore così favolistico a queste fredde giornate invernali.


I Racconti 
La leggenda più nota racconta di una merla e dei suoi piccoli che per ripararsi dal freddo pungente di fine gennaio, si rifugiarono in un comignolo, uscendo il 1° febbraio. Una volta usciti, i merli notarono un mutamento nel loro piumaggio. La fuliggine fuoriuscita durante la permanenza nel riparo di fortuna infatti ne aveva compromesso per sempre il manto, giustificando così la diversità tra i merli maschi, dal manto nero brillante, e le merle femmine, col mento grigio.

Una versione più ricca di dettagli invece parla di una merla che veniva puntualmente messa alla prova dal mese di gennaio che, non appena la vedeva uscire dal nido per cercare rifornimenti, provvedeva a gettarle addosso freddo e gelo. Un anno, stanca di questi soprusi, la merla decise di fare provviste per l'intero mese, in modo da uscire quando gennaio fosse finito.
Un tempo gennaio aveva solo 28 giorni; quindi, arrivato il 28 gennaio, la merla uscì dal nascondiglio mettendosi a cantare credendo di aver beffato il freddo mese. Gennaio, noto per la sua permalosità, chiese in prestito 3 giorni a febbraio e si vendicò con freddo, vento e neve sulla merla, che fu costretta a rifugiarsi in un camino, rinunciando al bel piumaggio e diventando grigia a causa della fuliggine.


Tradizione simile ma più folkloristica è quella della Sardegna dove si parla dei "sas dies imprestadas", ossia i giorni presi in prestito. Protagonista è un pastore che, vedendo il bel tempo a gennaio, pensò di aver vinto l'inverno, sperando in un proficuo guadagno con il suo gregge. Il mese, sentiti i vanti del pastore, si vendicò chiedendo due giorni a febbraio e fece cadere talmente tanta neve che il pastore perse il suo gregge, riuscendo a salvare solo una pecora che si nascose sotto la caldaia di rame per fare il formaggio. 





Il meteo e il tempo 
Dai racconti che abbiamo condiviso, un solo elemento è comune: le date. Questo perché risponde all'esigenza atavica dell'uomo di interpretare il mondo e soprattutto governare il tempo, focalizzandosi su specifici periodi considerati di transizione.
Ai Giorni della Merla infatti sono legate anche le valutazioni sulla Primavera ventura.
Ad esempio, se in questi tre giorni il freddo non sarà pungente, la primavera tarderà ad arrivare. La leggenda del prestito dei giorni da Febbraio, nasce proprio per giustificare il bisogno di più giorni per prevedere le temperature della primavera. Ricordiamo che prima del calendario giuliano entrato in vigore nel 46 a.C, effettivamente il mese di gennaio aveva 28 o 29 giorni.
Un rito propiziatorio per favorire una primavera mite e bella, sono i "canti popolari della Merla" tipici del Nord Italia che prevedono la popolazione riunita intorno ad un falò nei pressi della chiesa principale della città o vicino ad un fiume mentre cantano canti tradizionali, bevendo vino e cibi tradizionali. Ogni paese sceglie i canti prediletti con tematiche che vanno dall'amore all'inverno.
Curiosità dantesca
Una curiosità tutta smartiana è l'omaggio che Dante Alighieri fa nella sua "Commedia" alle leggende dei Giorni della Merla. Nel canto XIII del Purgatorio, il girone degli invidiosi, la nobildonna Sapia pronuncia queste parole: “Ormai più non ti temo! Come fa’ l merlo per poca bonaccia” riferendosi alla credulità del merlo che pensò di aver fregato gennaio!

Il nostro paese è ricco di queste tradizioni che sono state trasmesse nei secoli per via orale e non. Rappresentano un patrimonio inestimabile per raccontare i nostri territori, comprendere le meraviglie della nostra lingua e conoscere punti di vista nuovi e stimolanti per interpretare il mondo in cui viviamo.

Noi Sm-Art People siamo desiderose di divulgare queste storie semplici ma dai valori profondi e siamo sempre disponibili a ricevere vostre segnalazioni e consigli su altre leggende da raccontare!

PS: il Meteo prevede giornate miti per il 29-30-31- Gennaio. Ci aspetta una primavera tardiva?



Ricordo, speranza o consapevolezza: cosa ci insegna la Giornata della Memoria?


27 gennaio 2018


"Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, 
odo sempre più forte il rombo l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, 
partecipo al dolore di milioni di uomini, 
eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, 
che anche questa spietata durezza cesserà, 
che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità." 

A. Frank, "Il Diario"


Queste parole di speranza furono tra le ultime che Anna Frank lasciò al suo diario.
Dopo qualche giorno fu catturata, deportata e successivamente uccisa



Perché condividere questo passaggio?
Perché Anna è stata capace di guardare oltre il suo mondo blindato, di vedere un futuro di speranza e di ottimismo al di là della tragedia che sapeva di vivere.

Il suo messaggio è universale ed esprime appieno il significato di questa giornata: essere consapevoli della realtà, affrontarla con lo spirito giusto e fissare nella memoria ciò che non deve più ripetersi.
Tutto questo per un unico obiettivo: la speranza di credere sempre nella bellezza del mondo.
La memoria a volte non è così consapevole e spesso si attacca alla visione di chi si impone alla storia, trascinando nell'oblio ciò che non conviene. 
La speranza invece non svanisce mai. E di fronte alla crudeltà dell'uomo, il nostro dovere è di comprenderne la tragedia  e andare avanti affinché non si possa più rivivere.
E noi guardiamo con ottimismo al nostro futuro.

Cos'è la Giornata della Memoria
Il 27 gennaio del 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Russa entrano ad Auschwitz, liberando il campo di concentramento. Davanti ai loro occhi si stava profilando il più raccapricciante degli spettacoli.
L'uomo aveva realizzato la più crudele delle barbarie e da quel giorno il mondo non sarebbe stato più lo stesso.
Nel 2005, a 60 anni dalla macabra scoperta, le Nazioni Unite stabiliscono il 27 Gennaio come Giornata della Memoria per le vittime dell'Olocausto.
Nel 2009 l'Unesco inserisce il "Diario" di Anna Frank nell'elenco delle Memorie del Mondo.

Le Sm-Art People si uniscono alla commemorazione

per non dimenticare il dolore
per rispettare la sofferenza di intere generazioni
per continuare a sperare in un mondo migliore.

#Giornatadellamemoria #Shoah

"Mi Riconosci?" presenta una proposta di legge contro il lavoro gratuito nei Beni Culturali


Il 10 Gennaio 2018 alle ore 17.30 presso l'Aula Magna Campus "L.Einaudi" di Torino, il gruppo di attivisti "Mi Riconosci" presenterà una proposta di legge che ha l'obiettivo di contrastare il lavoro volontario nei Beni Culturali al "grido" di La Cultura è Lavoro; Fagliela Pagare!




"Mi Riconosci?" nasce nel 2015 come gruppo attivo di professionisti dei beni culturali con l'obiettivo di portare ad un riconoscimento delle professioni culturali e di promuovere una valorizzazione e una riqualificazione dei titoli di studio collegati alla cultura. 

In questi due anni ha dato vita a diverse iniziative online e offline per alimentare queste mission e adesso arriva ad una concreta proposta di legge che mira alla regolamentazione del volontariato culturale al fine di fermare il lavoro gratuito, attualmente perpetrato da leggi dello stato italiano che non tengono conto dell'importanza delle professioni culturali e del loro ruolo all'interno di una strategia di crescita culturale. 

Noi di Sm-Art People abbiamo trattato l'argomento del volontariato culturale più volte sul nostro blog, denunciando questa situazione diventata insostenibile per chi desidera lavorare nella cultura. Per questo motivo il nostro sostegno a questa iniziativa è assoluto perché è coerente con la nostra filosofia e con le nostre ambizioni professionali, che fatichiamo a portare avanti in un settore che ci considera dei professionisti "accessori" che possono permettersi di lavorare gratis. Un atteggiamento simile porta a due conseguenze molto gravi: la svalutazione delle competenze delle professioni culturali ed una gestione approssimativa e senza strategia del nostro patrimonio.
Il volontariato, infatti, deve essere un'attività collegata ad un piano di promozione e di sviluppo culturale basato su progettazioni e lavoro competente. Solo in questo modo diventa utile e soprattutto fondamentale per la crescita economica del settore in tutti i suoi aspetti. 




A sostenere attivamente la campagna di "Mi Riconosci?" ci sono diverse realtà cittadine e nazionali, il prezioso contributo di Marta Fana, ricercatrice e autrice del libro "Non è lavoro, è sfruttamento" e il Gruppo Rete della Conoscenza.
Il programma della giornata, che si replicherà a Roma il 24 Gennaio con un secondo appuntamento, prevede oltre alla presenza degli attivisti del gruppo, la partecipazione di ospiti d'eccezione come la già citata Marta Fana, Christian Raimo, giornalista di Internazionale e dell'archeologa Ada Gabucci. 
Daniela Pietrangelo, educatrice museale attivista di "Mi Riconosci?" in merito alla proposta dichiara: 


La nostra proposta di legge non vuole eliminare il volontariato, ma il lavoro gratuito. Il volontariato sano va incentivato e apprezzato, ma come spiegheremo alla conferenza, alcune leggi promulgate dallo Stato Italiano nei decenni passati hanno creato una realtà del tutto illogica e pericolosa, in cui i volontari fanno concorrenza al ribasso su professionisti e lavoratori, e varie associazioni che operano nel settore culturale possono facilmente incamerare migliaia e migliaia di euro di profitti utilizzando il lavoro di volontari, come testimonia il caso recentemente emerso di Napoli Sotterranea”

Bisogna dunque agire presto per fermare questa situazione che davvero ci sta sfuggendo di mano e fare pressione sugli organi di governo affinché possano porre l'attenzione su una riqualificazione delle professioni culturali.
Le Sm-Art People si schierano in prima linea per mettere al centro la cultura e le persone che hanno studiato per tutelare e gestire il patrimonio culturale con competenza, attenzione e strategia. Vi terremo aggiornati sui vari passaggi e le evoluzioni del progetto, che potete seguire sulla pagina  Facebook "Mi Riconosci?Sono un professionista dei beni culturali" .
Potete inoltre condividere questo articolo e far sentire il vostro appoggio al gruppo organizzatore attraverso condivisioni, commenti ed attività sul web.



 “L’appuntamento è per tutta la cittadinanza, pensiamo che questa legge sia una legge di civiltà che nessuna forza politica può osteggiare: si tratta di proposte logiche e ovvie, a favore di una maggiore occupazione, di una maggiore qualità dei servizi di Musei, Biblioteche e Archivi, di cui beneficerebbe l’intera cittadinanza, e di una maggiore qualità del volontariato culturale, non più ridottO a tappabuchi ma a reale valore aggiunto per il Patrimonio Culturale italiano.”  Flavio Utzeri, attivista di Mi Riconosci?Sono un professionista dei beni culturali  
Save the date smartiani e ... #being #smartpeople, being #culture 

Natale in Casa Sm-Art People 2017: cosa abbiamo scelto?



Il Natale in Casa Sm-Art People ogni anno si focalizza su un tema diverso che in legato alla Festa centrale nelle celebrazioni annuali di ognuno di noi. 


Il Natale è un evento che coinvolge gran parte del pianeta e che da sempre è un momento centrale, ricco di riti, credenze e congiunture astrali. L'origine della festa, infatti, è legato indissolubilmente alle celebrazioni per il Sol Invictus ossia il momento vicino al solstizio d'inverno che sancisce una sorta di "rinascita" della terra legata al potere benefico del sole. 

Un periodo dunque che invita alla riflessione e alla ricerca di nuovi stimoli per l'anno venturo, auspicando positività e fissando nuovi obiettivi. A tal proposito, le Sm-Art People hanno deciso di dedicare all'Albero della Vita il Natale 2017, con l'augurio che possa essere un simbolo guida per il 2018. 




L'Albero della Vita è un simbolo antichissimo, presente in tutte le civiltà come simbolo di nascita, rigenerazione ed energia vitale. La sua raffigurazione simbolica è collegata a simboli esoterici e religiosi e nelle varie civiltà può avvicinarsi a diverse tipologie di albero (come il melograno e la palma)  o essere rappresentato in modalità sempre più estreme.
Nell'arte le prime raffigurazioni  dell’albero della vita risalgono al IX sec. a.C. in Mesopotamia, come elemento di fertilità e carica energetica. Con l'avvento del Cristianesimo poi e per tutto il medioevo acquisisce un ruolo centrale nella comunicazione religiosa. I rami si intersecano sempre più fino a formare una magnifica tela che racconta la storia dei padri e la centralità del Cristo nella generazione della "famiglia cristiana".
Per celebrare questo straordinario simbolo ancestrale, abbiamo scelto due opere del Novecento che a nostro avviso meglio esprimono il concetto di celebrazione e festa.

La prima opera è la più maestosa del XX secolo e forse il più conosciuto albero della vita della storia dell'arte. Stiamo parlando del fregio in mosaico di Gustav Klimt (14 luglio 1862- 06 febbraio 1918) realizzato per il palazzo Stoclet a Bruxelles tra il 1905 e il 1909. L'albero diventa una creazione preziosa, arricchita con gemme e spirali che hanno echi nella cultura egiziana e bizantina. Il dominare dell'oro e la sofisticata attenzione nella ricercatezza del disegno e nella esasperazione della bidimensionalità tracciano le basi della delicatissima Art Noveau da lui inaugurata e portata al massimo splendore.



La seconda opera è invece l'Albero della vita di Keith Haring (4 maggio 1958 - 16 febbraio 1990), realizzato nel 1986. In questo caso siamo di fronte ad un'opera gioiosa e vitale che anche nei colori esprime la felicità!
Una sorta di inno alla gioia che racchiude un po' tutti i significati che questo simbolo ha avuto nei secoli. Le foglie antropomorfe che simulano nelle forme un movimento costante, sono un vero invito al movimento, alla scoperta, alla ricerca. Un capolavoro che parla alla modernità con estremo amore per la vita e che ben risponde quindi alle aspettative  e ai desideri di un nuovo anno.



Il 2018 sarà un anno importante per i due artisti. Ricorreranno infatti rispettivamente 100 anni dalla morte dell’uno e 60 dalla nascita dell’altro. Un ulteriore motivo per sceglierli nelle nostre celebrazioni.

Dedicheremo ad entrambi la copertina della nostra pagina Facebook con gli auguri di rito a tutti i nostri fan!


Non ci resta che augurarvi BUONE FESTE SMARTIANE!



Santa Cecilia tra storia e iconografia




La storia di santa Cecilia è davvero molto particolare e si inserisce in quella serie di racconti che hanno condizionato la storia e, soprattutto, l'immaginario dei fedeli, degli storici e degli storici dell'arte.
Il post non ha pretese di approvazione di verità storiche, ma vuole sottolineare alcuni aspetti che riguardano in modo particolare l'iconografia legata alla santa e alle vicende tramandate nell'agiografia che la riguarda.

Biografia
Cecilia fu una nobile romana, da qui l'abbigliamento sontuoso e ricco, vissuta tra il II e il III sec. d.C. Venne data in sposa a Valeriano, anche lui discendente di una nobile famiglia romana. La notte delle nozze Cecilia rivelò al marito la sua conversione al cristianesimo e la sua decisione di fare voto di castità. Il marito accettò il desiderio della moglie, si convertì egli stesso al cristianesimo e fece convertire anche suo fratello Tiburzio.
Tutti e tre cominciarono così un' opera di diffusione della nuova religione e Cecilia, oratrice eccellente, ben presto riuscì a convertire molti romani, protetta e aiutata dai due fratelli soldati. Valeriano e Tiburzio si dedicavano alla sepoltura dei martiri condannati a morte dalle persecuzioni, in ottemperanza alla millenaria legge non scritta della sepoltura e del culto dei morti.
La loro fama crebbe così velocemente che vennero condannati al martirio dal prefetto romano Turcio Almachio e vennero decapitati. Anche Cecilia, rifiutandosi di rinnegare la fede cristiana, venne condannata ad essere bruciata nell'olio bollente, ma il suo corpo rimase intatto dopo tre giorni di immersione nel liquido e si decise per la decapitazione, che condusse alla morte la giovane donna dopo tre colpi e altri tre giorni di agonia.
Papa Urbano I, testimone dell'opera di Cecilia, provvide a seppellire il corpo della santa insieme a quelli dei vescovi romani e ordinò di costruire una chiesa a lei dedicata sui resti della sua casa natale. Si tratta dell'attuale chiesa di s.Cecilia in Trastevere a Roma. 

Testimonianze pittoriche
A Bologna, nell' "Oratorio di S.Cecilia" dietro la chiesa di s.Giacomo Maggiore in via Zamboni, un ciclo pittorico realizzato a partire dal 1505 da Francesco Francia, Amico Aspertini e Lorenzo Costa, racconta proprio gli episodi della vita dei tre martiri. Lo stile è quello del pieno Rinascimento ed è una testimonianza storico artistica molto importante perché sono messi a confronto tre grandi del Rinascimento bolognese e nazionale. 
Nelle scene non troviamo nessun riferimento alla musica, di cui la santa è patrona. Si sottolinea, piuttosto, la capacità oratoria della donna e l'umiltà dei due uomini al servizio di Dio. 
Da dove nasce, dunque, la tradizione di s.Cecilia come protettrice della musica?


Martirio s.Cecilia, Bologna
Orazione s.Cecilia, Bologna












Cecilia patrona della Musica
L'accostamento di Cecilia alla musica è stato generato da un'interpretazione errata dei testi degli antifonari (e non dalla Passio ) che venivano utilizzati nelle messe durante i festeggiamenti per la santa.
Il testo originale riporta la seguente dicitura: "Candentibus organis, Caecilia virgo in corde suo soli Domino decantabat...", ossia "Tra gli organi (strumenti del martirio) incandescenti, la vergine Cecilia cantava lodi a Dio in cuor suo". 
L'interpretazione sbagliata è nella prima frase, così trascritta: "Cantantibus organis..", ossia "Tra gli organi(strumenti musicali) suonanti", dunque ascoltando musica celeste cantava lodi a Dio in cuor suo. 

Comincia da qui la fortuna iconografica di Cecilia, alla quale furono attribuite capacità musicali. Fu così che alla santa venne assegnato un organo portativo come simbolo delle sue eccellenti doti da musicista e da allora venne invocata dai cantanti e dai compositori come loro protettrice. 

Confronti iconografici
Il confronto delle due tradizioni iconografiche si può fare a distanza di 200 metri, proprio nella città di Bologna. Nella Pinacoteca Nazionale della città felsinea, infatti, viene conservata la tela de "L'estasi di s. Cecilia", datata 1515 e realizzata da Raffaello Sanzio, una delle più grandi interpretazioni pittoriche della tradizione legata a santa Cecilia. Il dipinto, realizzato per la chiesa di s.Giovanni in Monte su commissione privata, raffigura la santa con gli attributi dell'organo e di svariati strumenti musicali, in uno stato di estasi, proprio come se stesse cantando "in cuor suo". 



Raffaello, Estasi di s.Cecilia, Bologna


Cosa è cambiato in 10 anni? Raffaello aveva portato a Bologna una tradizione che a Roma era già diffusa e la presenta grazie ad una commissione privata. Sacro e profano si innestano per portare alla luce una tradizione che si era già diffusa nella città del papa. Da questo momento in poi i grandi artisti bolognesi, come Guido Reni, non potranno fare a meno di diffondere questa nuova iconografia.
Due tradizioni così diverse nella stessa città ci parlano dell'importanza delle valutazioni storiche, religiose e filosofiche che stanno dietro il nostro immaginario. 
Il culto dei santi, come delle reliquie e l'attenzione all'evoluzione dell'arte e della cultura sono il monito che deve sempre alimentare la nostra curiosità affinché si possano osservare con gli strumenti giusti le evoluzioni iconografiche e storiche che caratterizzano la nostra storia.

Essere sm-Art People è anche questo. Indagare e diffondere le idee e proporre confronti. 
Vi invitiamo ad una passeggiata a Bologna sulle tracce di s.Cecilia. 

Risolto l'enigma di Magritte grazie ai Raggi X



L'enigma di Magritte è legato al dipinto di Renè Magritte "la Posa Incantata" realizzato nel 1927 e che fu tagliato dal pittore stesso nel 1932 per ricavarne quattro quadri più piccoli.

Le analisi ai raggi X hanno consentito di trovare l'ultimo frammento del quadro, che a questo punto può essere virtualmente ricostruito per compiere studi su quel periodo della vita del pittore.
David Strivary, direttore dell'Università di Liegi, ritiene infatti che il pittore:
"abbia distrutto questo quadro perché attraversava una profonda crisi economica. Siamo a cavallo tra la fine degli anni venti e l’inizio degli anni trenta e non aveva soldi. Tornava da Parigi con le tasche vuote e iniziò a riciclare i vecchi quadri, quelli che non amava o dei quali non era contento. E ha tagliato quest’opera in quattro parti”.  

Averlo a disposizione nella sua completezza è dunque un tassello importante per conoscere ancor meglio la vita del pittore.


Il frammento è stato rinvenuto a Bruxelles, nella parte posteriore di "Dio non è un santo", un dipinto ad olio realizzato dall'artista tra il 1935 ed il 1936. Il primo pezzo era stato trovato al Museo di Arte Moderna di New York, sotto il dipinto "Il ritratto" nel 2013; il secondo a Stoccolma ed il terzo a Norwich.
Quest'ultimo passaggio consente di ricomporre il puzzle e di donare alla storia dell'arte un altro interessante contributo storico artistico. L'episodio dimostra ancora una volta inoltre quanto sia importante la tecnologia per la cultura in quanto consente di scoprire aspetti delle opere che altrimenti sarebbero rimasti nell'oblio.
L'importante scoperta infine cade proprio nell'anno dei festeggiamenti per i 50 anni dalla morte del pittore belga. Ciò riempie d'orgoglio i suoi concittadini e tutti gli enti che stanno organizzando numerose iniziative in tutta la nazione.

Su La Stampa il video che vi racconta la scoperta supportato dalle immagini del ritrovamento.





Famiglie al Museo nell'Antica Capua


Domenica 8 ottobre 2017 in occasione della Giornata Nazionale delle Famiglie al Museo i Leo Club Capua Casa-Hirta e Santa Maria Capua Vetere presentano la "Mostra d'Arte" presso il Museo Archeologico dell'Antica Capua a Santa Maria Capua Vetere (Caserta). 



Seguendo il tema di quest'anno "La cultura abbatte i muri", nelle sale del museo si potrà visitare la mostra di opere di giovani artisti locali che raccontano attraverso foto e dipinti il tema dei "Migranti" in un territorio che nella sua storia è stato crocevia di incontri, contaminazioni ed integrazione di popoli.



L'evento, organizzato dalla presidente Leo Club Capua Casa Hirta Adriana Mozzi in collaborazione con Ferdinando Bologna, presidente del Leo Club Santa Maria Capua Vetere, prevede anche momenti musicali e di animazione.
Le composizioni musicali che faranno da colonna sonora alla giornata infatti sono inediti di giovani musicisti locali e sarà presente il team di Idee Pazze per il divertimento dei più piccoli con animazione e giochi originali.

Si prevede dunque una giornata all'insegna della cultura e della convivialità in una location d'eccezione.
Il museo infatti raccoglie i reperti dell'antica Capua, chiamata dai romani l'Altera Roma per la sua importanza politica ed economica e nota alle cronache per le vicende di Spartaco, il gladiatore allenatosi proprio presso la scuola di Capua, famosa in tutta Europa.



In questo clima di incontri tra storia e modernità il tema della migrazione e delle nuove identità calza a pennello e si inserisce pienamente negli intenti della manifestazione "Famiglie al Museo" promossa dal Mibact, consentendo alle famiglie di potersi confrontare a più livelli di conoscenza, riscoprendo la bellezza passata e presente della città di Santa Maria Capua Vetere.

Le informazioni sull'evento le potete trovare su Facebook nell'evento realizzato ad hoc.

Le sm-Art People sono liete di poter promuovere iniziative così importanti che esaltano i piccoli territori dalla storia importante.

Partecipate numerosi!

Ai concorsi truccati Sm-Art People risponde #conmerito!

Concorsi Truccati nel mondo accademico.
Stavolta non sono denunce nel vuoto, dicerie di palazzo, silenziosi passaparola nei corridoi o lapidari "funziona così".
Ci sono le intercettazioni, i fatti, le prove... viene fuori "Il sistema" per le assegnazioni di cattedre e borse da ricercatori.
I numeri fanno scalpore: 7 arrestati, 59 indagati, 150 perquisizioni. Tutti eccellenti professionisti e stimati professori in carriera. Tra gli altri compare anche un ex ministro.




Ci indigniamo tutti e dalle nostre belle tastiere cominciamo a scrivere parole al vetriolo contro cose che "tutti sapevano". Dopo l'iniziale rabbia e sconforto, però, abbiamo iniziato a riflettere.
Lo spirito Sm-Art People ci invitava a capovolgere il punto di vista e a guardare il bello delle cose.
Nella nostra carriera universitaria abbiamo conosciuto il merito e la professionalità oltre il marcio. 
Abbiamo apprezzato idee lungimiranti, sostenuto e partecipato a progetti futuristici; ne abbiamo vissuto la meraviglia e quindi perché dovremmo essere così accanite contro le brutture?

Sappiamo che l'Università non è solo #concorsitruccati ma si compone di una sotterranea via di rinascita e noi smartiani vogliamo crederci a tutti costi e portare in superficie il frutto di passione, dedizione e competenza di tanti studiosi.



Piuttosto che scrivere un post in cui sfogare le nostre frustrazioni perché non creiamo un sistema di collaborazione tra tutti che ci porta a condividere i progetti interessanti che stiamo portando avanti #conmerito e grazie all'Università?

Alla negatività si risponde con energia positiva.
La bellezza della vita e di ciò che di stupendo accade nel mondo vince ogni cosa.

Che ne pensate, dunque, di condividere con Sm-Art People ciò che avete conquistato #conmerito?

Potete semplicemente usare l'hashtag #conmerito, scrivere via mail a sm-artpeopleteam@gmail.com o inviare le vostre informazioni sui social con messaggi privati.

Saremo lieti di condividere sui canali del progetto Sm-Art People la vostra esperienza e diffonderla per creare un circuito positivo di comunicazione.



Quest'invito all'ottimismo e alla felicità non si unisce al ringraziamento verso chi ogni giorno combatte affinché queste situazioni vengano a galla; denunciare è un dovere oltre che un diritto.
Confidiamo in pene esemplari per chi ha infangato la dignità di un'istituzione che per antonomasia dovrebbe essere fonte di conoscenza e di legalità; ancor di più per chi lo ha fatto dai banchi delle professioni giuridiche e legali.

Bisogna reagire a questi giochi di potere ed investire sul futuro contribuendo con le proprie azioni ai piccoli passi di onestà.

Il team Sm-Art people vi aspetta per dare vita ad un sogno di bellezza!


LA GLORIA DI COLUI CHE TUTTO MOVE: Dante e la sua Commedia




14-09-1321: ricorre l'anniversario della morte di Dante Alighieri

Poeta, scrittore, linguista e politico. 
Ogni aggettivo sarebbe superfluo. Ve ne consiglio uno: DIVINO, come la sua "Comedia".
Un personaggio che ha posto al centro della sua vita la religione e la politica combattendo fino in fondo per i propri ideali.

E vi chiedo: quali sono i sentimenti che muovono il capolavoro del grande fiorentino? 
Ne ho scelti 3, universalmente riconosciuti e che sono al centro dell'opera. Pronti ad immergervi nella magia di Dante?


1- AMORE: Beatrice, musa della sua vita e delle sue opere. Un amore platonico che non ha conosciuto confini e che muove Dante alla scoperta di sè stesso e all'interpretazione dell'esistenza in un modo sublime che unisce il sacro al profano, la filosofia alla religione. 




"Che dentro a li occhi suoi ardeva un riso 
Tal, ch'io pensai di toccar cò miei lo fondo
 De la mia gloria e del mio paradiso."

 Paradiso, Canto XV

"Dante e Beatrice" Gustan Dorè




2- LIBERTA': la libertà di giudizio rende l'uomo libero di scegliere quale sia la sua religio e il suo percorso di vita. Dante fa della libertà la sua prima forza, senza la quale non sarebbe giunto alla grazia e alla fede che lo contraddistinsero. 

"Lo maggior don che Dio per sua larghezzafesse creando, e a la sua bontate

più conformato, e quel ch’e’ più apprezza,
fu de la volontà la libertate;
di che le creature intelligenti,
e tutte e sole, fuoro e son dotate". 

Paradiso, Canto V

"Nel mezzo del cammin di nostra vita", Domenico di Michelino





3- LA FEDE:  Fine ultimo della sua esistenza ed aspirazione universale dell'uomo per trovare pace alle proprie tribolazioni esistenziali, è il motore che muove le menti assetate di "canoscenza" come Dante. 
Nell'ultimo canto della sua "Commedia" si esprime nella sua più dilagante tenerezza un messaggio divino che fa rabbrividire. 


"Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio, 
tu se’ colei che l’umana natura
nobilitasti sì,che ’l suo fattore 
non disdegnò di farsi sua fattura". 


La accostiamo alla Pietà di Michelangelo, dove il rapporto "figlia del tuo figlio" sembra plasmarsi nel marmo di quest'opera che ha incantato il mondo. Solo un genio irrequieto come Michelangelo Buonarroti, alla stregua di Dante nelle tribolazioni alla ricerca di una pace interiore poteva concepire simile soggetto e soprattutto renderlo nella materia in una perfezione che sembra acheropita, ossia "non realizzata da mano (umana).

Pietà (particolare), Michelangelo Buonarroti




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